From MISNA 3rd February 2012
“Piogge inferiori alla media e problemi di insicurezza in varie regioni stanno contribuendo a una crisi alimentare che, stando alle agenzie dell’Onu, colpirebbe oltre cinque milioni di sud-sudanesi. Crisi reale, avvertono fonti della MISNA, al di là delle “inevitabili esagerazioni” di chi è impegnato nell’assistenza.
A parlare di “due fattori” è padre José Vieira, missionario comboniano che anima a Juba l’emittente “Radio Bakhita”. “In alcune aree le piogge sono state inferiori alla norma – sostiene il religioso – ma a pesare sono state anche le violenze e gli scontri armati nelle regioni di Unity, Upper Nile e Jonglei, quelle al confine con il Sudan”.
Stando a un rapporto presentato in settimana dal Programma alimentare mondiale e dalla Fao, oltre cinque degli otto milioni di cittadini sud-sudanesi sono colpiti dalla “scarsità” di cibo. Di questi circa un milione vivrebbe poi una situazione ancora più grave, di “insufficienza alimentare”. […]
Il flusso di merci tra i due Sudan è diminuito in modo significativo dopo l’indipendenza del Sud proclamata a luglio nell’ambito di un processo di pace avviato sei anni fa ma ancora incompiuto. Ad accrescere l’insicurezza alimentare non sono però solo le tensioni tra Khartoum e Juba, che continuano ad accusarsi del sostegno a gruppi ribelli oltreconfine o dell’appropriazione indebita del petrolio altrui. Pesano anche altri problemi, eredità sempre delle due guerre civili che hanno impedito lo sviluppo del Sudan sin dall’indipendenza del 1956. Lo conferma padre Ignatius Mborihenga, il direttore di un’emittente diocesana della regione di Western Equatoria, il “granaio” del Sud Sudan. “I problemi – dice il religioso – sono due: la mancanza di strade per raggiungere le zone dove la produzione è insufficiente e il rischio di agguati dei ribelli dell’Esercito di resistenza del Signore (Lra) che tiene i contadini lontani dai campi”.
Tutti, dalle foreste ai confini con il Congo alle pianure di polvere che portano a Khartoum, sperano nel raccolto di agosto. Intanto bisogna assicurarsi che le scorte necessarie raggiungano i villaggi in tempo per l’arrivo delle piogge, attese tra marzo e aprile. “Dopo – avverte padre Vieira – il fango blocca tutto”.
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